Rapallo conosce lo stile di vita mondano e spensierato agli inizi del Novecento, agevolata dalla costruzione della linea ferroviaria che ne favorisce i collegamenti e dal suo clima mite. La cittadina sul Levante diventa ben presto la meta preferita di personaggi illustri provenienti da tutto il mondo: da Nietzsche a Roosevelt, da Hemingway al Re Hussein di Giordania sono veramente tante le celebrità che hanno soggiornato nei primi del novecento nel piccolo comune ligure.
In quegli anni Rapallo vede nascere hotel di lusso, ville residenziali e locali notturni in stile Liberty e neoclassico. Siamo nel bel mezzo del periodo della belle époque dei Casinò italiani, con questo altissimo concentrato di uomini e donne di prestigio non poteva di certo mancare la casa da gioco, che trovò dimora nelle elegantissime sale del Kursaal Hotel.
Le concessioni per avviare una casa da gioco in Italia furono rilasciate nel 1900, nello stesso anno il Casinò di Rapallo aprì ufficialmente i giochi che, passando tra diverse gestioni, continuarono ininterrottamente fino al 1924, anno in cui il governo italiano obbliga alcuni comuni a chiudere i battenti delle proprie case da gioco.
Per Rapallo, la chiusura della Casa da gioco, coinciderà con l'inizio della fine. Dal 1924 subisce e perde la rivalità con Sanremo, che tre anni più tardi ottiene il permesso di aprire un Casinò con la motivazione ci reperire dei fondi da destinare a opere pubbliche irrevocabili. Così la licenza del gioco d'azzardo passa da Rapallo a Sanremo e la località turistica sul Golfo del Tigullio viene lasciata fuori dai giochi. Salvo per una piccola parentesi di qualche mese, appena dopo la seconda guerra mondiale, per autorizzazione di un'autorità straniera.
Da allora Rapallo viene estromesso per sempre dal grande gioco d'azzardo e detronizzato dalla vicina Sanremo. Uno smacco enorme, visto che Rapallo era considerato il più raffinato e frequentato casinò italiano, all'altezza di quello di Montecarlo.
Ma lo stop non si poteva discutere, anche Rapallo come tante altre località dell'epoca assistette impotente all'esclusione imposta dal governo italiano.