Le VLT (videolottery) hanno conquistato un terzo del mercato dei giochi di scommessa italiano, da semplice ed innocuo fenomeno di costume a redditizia attività economica nazionale.
Una crescita vertiginosa che solo l'anno scorso (2011) in Italia, ha raccolto quasi 80 miliardi di euro, l'equivalente a 4 punti del PIL.
Non è più un mistero che gli apparecchi con vincita in denaro riescono a conquistare quote di mercato sempre crescenti, lo scorso anno sono arrivate a coprire il 60% delle giocate. Un interesse che ricopre tutte le cariche, lo dimostrano le continue interrogazioni parlamentari, proposte di legge e studi di settore. Impegnati per sconfiggere il fenomeno dell'illegalità.
Nemico numero 1 è il web, con molti antagonisti sconvenienti come i casino online senza autorizzazione. Mentre i regolari casino italiani in deficit da Slot premono costantemente per avere il tanto agoniato lasciapassare. Concessione che tarda ad arrivare per evidenti conflitti d'interesse e dalle pressioni da parte di enti ed associazione che si inventano di tutto per posticipare la data di lancio nel web.
Newslot e videolottery interessano il mercato offline con circa 400 mila macchinette installate su tutto il territorio nazionale. Numeri destinati a crescere assieme alla passione di queste macchinette.
Le VLT sono il nuovo frutto del peccato degli italiani, tutti le vogliono e tutti le demonizzano. Curiose e contrastanti le due strade parallele che interessano le VLT: da una parte il popolo delle nuove aperture e dall'altra i gruppi e le associazioni che combattono le ludopatie. Stà di fatto che entrambi ne ricavano profitto.
Quanto spendono gli italiani?
Tanto, anzi troppo. E' stato calcolato che più del 7% dei giocatori è seriamente a rischio. Di questi, circa un terzo sono da considerarsi giocatori patologici.
Da uno studio fatto nel 2011 dall'Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, pare che, i giocatori considerati patologici, spendano più di 1.200 euro al mese.