I più giovani non sanno che il più grande mentalista italiano fu un certo Massimo Inardi, un medico parapsicologolo che divenne famoso in tutto il Paese per essere riuscito a vincere 48.300.000 di lire al popolare quiz televisivo Rischiatutto.
Secondo alcuni vinceva perchè era in grado di leggere nella mente delle persone.
Siamo nei primi anni Settanta e Rischiatutto è un seguitissimo telequiz italiano condotto dall'indimenticabile Mike Bongiorno. Si trattava di un programma a premi trasmesso dalla Rai ispirato allo show americano Jeopardy.
Tre concorrenti si sfidavano al grande tabellone. Il tabellone era composto da 36 caselle, suddiviso in 6 colonne che trattavano 6 materie. Ogni colonna era suddivisa a sua volta in 6 caselle con domande di difficoltà proporzionale al valore del quesito.
In caso di risposta esatta, l’importo veniva sommato al montepremi del giocatore, altrimenti veniva sottratta. Inoltre, ogni materia nascondeva un Jolly che garantiva che premiava il concorrente e una casella Rischio che obbligava a giocarsi un valore compreso tra le 100.000 mila lire e il montepremi fin li accumulato.
Infine, ogni concorrente doveva sottoporsi alla prova raddoppio. Il giocatore con il montepremi finale più alto diventava campione e tornava per la puntata successiva.
Rischiatutto, anche se si trattava di un gioco di abilità, nella sua forma aveva molte correlazioni con i giochi d’azzardo. A parte la grande preparazione di cultura generale, era un gioco che premiava le doti mnemoniche e la predisposizione al rischio dei concorrenti.
Ma il fatto curioso è che pochi sanno che l’opinione pubblica pensava che Massimo Inardi fosse in grado di leggere nel pensiero. Questo dubbio venne alimentato per l’estrema velocità con la quale Inardi rispondeva ai quesiti letti dal presentatore. Talmente forte era il sospetto di questa capacità di Inardi, che addirittura si arrivò al punto di far leggere le domande a Mike Bongiorno e le risposte, scritte su un’altro foglio, alla bella valletta Sabina Ciuffini.
In realtà Massimo Inardi non è mai stato un mentalista, ma piuttosto un bravo giocatore e un perfetto personaggio televisivo per quegli anni. La sua passione per la parapsicologia fu l’elemento che contribuì ad alimentare sospetti e fantasie popolari.
Più che mentalista Massimo Inardi fu un grande benefattore. Difatti, tutti i soldi vinti al gioco li donò ad un famiglia per curare il figlio gravemente ammalato.