Ai primi del Novecento anche il Trentino Alto Adige poteva vantare una rinomata e frequentatissima casa da gioco. Era il Casino di Merano, un vero gioiello costruito in una delle stazioni termali più ricercate nell’impero austro-ungarico.
Sin dal XIX secolo Merano è stata una delle principali stazioni di soggiorno frequentata da personaggi illustri. Imperatori, scrittori e politici erano soliti trascorrere le vacanze nel comune sud tirolese. La città termale nasce molti anni prima del Casino, quest’ultimo inaugura i tavoli da gioco solo agli inizi del Novecento, riscuotendo subito un grande successo, ma con l’inizio della prima guerra mondiale il Casino è costretto a chiudere.
Trascorreranno molti anni prima che il Casino Municipale di Merano riesca a riorganizzarsi ed avere tutti i documenti necessari per riaprire. La seconda inaugurazione ufficiale è il 15 aprile 1939, nel Papillon des Fleury, a fianco di una struttura che promette di diventare faraonica. Difatti, è di solo di sei anni prima l’importante scoperta delle acque radioattive, una preziosa sorgente particolarmente adatta per curare diverse patologie. Da qui il rilancio delle Terme di Merano che aspirano a ritornare uno dei più importanti centri termali del vecchio continente.
Per sfortuna, pochi anni più tardi, scoppia il secondo conflitto mondiale e il Casino di Merano è costretto nuovamente a chiudere i battenti.
Finita la guerra l’Italia è un paese sull’orlo del baratro senza risorse economiche. Il Comune di Merano chiede sostegno per provare a rimettere in moto la struttura turistica, il pacchetto comprende terme e casa da gioco. Però, la sorte del Casino Municipale di Merano è segnata dalla sfortuna, al contrario della stazione Termale.
La licenza per riaprire il Casino viene concessa dal commissario alleato, il quale farà riaprire le sale da gioco del Casino il 20 dicembre 1945. Ma l’attività rimarrà aperta solo per pochi mesi. Il 23 giugno 1946 è costretta a chiudere a causa di un provvedimento nazionale che colpisce tutti i Casino italiani tranne quattro: Sanremo, Venezia, Campione d’Italia e Saint Vincent.
Per il Comune di Merano la ripartenza sarà in salita e per diversi anni reclamerà i suoi diritti per riaprire il suo Casino. Fortunatamente l’estro e la volontà della popolazione sud tirolese è molto più abile e svelta della macchinosa burocrazia italiana. Il Comune di Merano, da oltre un ventennio, è riuscito a trasformare un turismo di nicchia (riservato prevalentemente ad ospiti di terza età), in un offerta turistica più ampia che coinvolge turisti di tutte le età.