Taormina è considerata una delle perle mondiali del turismo internazionale, famosa per le sue bellezze paesaggistiche, i tanti monumenti storici che testimoniano le civiltà che per secoli si sono succedute in questo paradiso perfettamente incastonato tra i monti e il mare che, da sempre è un forte richiamo per personaggi illustri che vengono a Taormina per ammirare gli incantevoli scorci panoramici che questo angolo d'Italia è in grado di offrire.
Questo comune siciliano in provincia di Messina è stato anche un grande centro della mondanità più esclusiva del nostro Paese
, più precisamente raggiunge il suo culmine massimo negli anni Sessanta, quando venne aperto il Casinò di Taormina nella Villa Mon Repos (nella foto). Immediatamente divenne il ritrovo del divismo più esclusivo di quegli anni, creando il ponte più lungo che la Sicilia ricordi, un collegamento diretto con l'Hollywood del Tevere. Oltre ad essere un vanto per tutti i giocatori meridionali, che finalmente potevano giocare d'azzardo senza andare al nord.
Il Casinò di Taormina rimase aperto solo pochi anni, ma furono sufficienti per diventare leggendari. Gestito dal 1963 dal commendatore Domenico Guarnaschelli, uomo già esperto in questa veste per aver sapientemente amministrato il Casinò di Tripoli qualche anno prima, salito alla ribalta per aver invitato il principe Umberto in occasione dell'apertura della Casa da gioco nell'ex colonia italiana. Guarnaschelli, riuscì a portare a Villa Mon Repos i più grandi divi dell'epoca e un numero imprecisato di starlette per contorno. Memorabile fu la presenza di Marlene Dietrich, l'attrice cantante tedesca naturalizzata statunitense considerata la più grande star di quegli anni, per quell'occasione fu costruito un speciale scivolo che fece arrivare l'attrice fino al centro del palcoscenico.
Grande esclusività e lusso sfrenato caratterizzavano le serate al Casinò di Taormina, poi improvvisamente la chiusura per ordine di un provvedimento della Repubblica italiana.
Il Casinò di Taormina fu protagonista anche di un curioso aneddoto dove vide protagonista il suo direttore, il commendatore tentò di utilizzare una vecchia legge, secondo la quale tutti gli italiani residenti in Libia, e rientrati in Italia, potevano ottenere un permesso speciale per entrare nel Casinò di Villa Mon Repos. Guarnaschelli, avendo in passato gestito il Casinò di Tripoli, conosceva numerosi giocatori che avrebbero ricevuto volentieri un suo invito nel Casinò siciliano, ma purtroppo non ebbe fortuna, la sua proposta fu bocciata e così la Casa da gioco di Taornina chiuse per sempre i battenti.